La fame nervosa è quella sensazione di voler mangiare qualcosa, senza avvertire né lo stimolo della fame, né quello di sazietà. E’ una “fame” che origina da uno stato emotivo, solitamente piuttosto intenso, che non si riesce a definire e che trova soddisfazione nell’ingestione incontrollata di cibo.

Ma perché siamo attratti principalmente da cibi ricchi di carboidrati e/o dolci?

I cibi ricchi di carboidrati facilitano l’abbassamento dei livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress. Che sia fame reale o nervosa la scelta ricade sempre sui carboidrati non per debolezza ma per una risposta fisiologica dell’organismo. Mangiando tanti carboidrati,  pur essendo sazi avremo sempre voglia di continuare a mangiare, cosa che non accade con altri tipi di cibi poveri di zuccheri e carboidrati.
Tutto ciò non significa che i carboidrati vadano eliminati dalla propria alimentazione, ma bensì inseriti adeguatamente, cambiando la connotazione negativa associatagli.

Periodi prolungati di restrizione, sacrifici e attente distanze da cibi scatenanti la compulsione, non fanno altro che perpetuare il circolo vizioso, perché la mente non resiste a lungo in questa suddivisione tra concesso e proibito ma anche poiché il nostro organismo cerca di ripristinare e mantenere l’equilibrio: alla restrizione risponde con la fame così come al caldo con la sudorazione.

Cosa possiamo fare per gestire la fame nervosa?

Non sempre è facile riuscire a distinguere il sentimento che si prova (quello cioè che ci fa correre in cucina a mangiare), soprattutto se si è consolidata l’abitudine a rispondere sempre allo stesso modo, attraverso per esempio il cibo.

Ma è importante imparare a riflettere e studiare gli stati d’animo che ci portano a mettere in atto questi comportamenti, una volta individuato il sentimento o l’emozione possiamo riflettere sulla causa scatenante.

In questo modo quando ci succede di provare quelle emozioni possiamo riconoscerle e provare a rispondere in un altro modo, cercare delle alternative.
Inoltre bisogna interrompere il legame tra cibo proibito e situazione di ansia, tristezza, nervosismo e creare delle risposte che non creano poi ulteriori stati d’ansia come i sensi di colpa.
Provare ad avere un’alimentazione bilanciata ai pasti può essere un ulteriore supporto, il che non significa mantenere un regime dietetico eliminando interi gruppi alimentari ma distribuire i pasti in qualità e quantità e programma e gestire, per quanto possibile, anche gli extra.

Le aggiunte ai pasti ordinari possono essere motivo di stress e abbattimento; allora perché non decidere prima di concedersi qualche cucchiaio di pasta in più e un bis di dolce? Poi potrete sempre cambiare idea e non consumarlo ma, almeno, avendo programmato l’aggiunta non correrete in cucina in cerca di altro cibo “non programmato” che vi farà sentire colpevoli e deboli.

Il 15 ottobre 2016 alle 10.30 presso Al Centro ci sarà un incontro per parlare della fame nervosa e trovare insieme una risposta alle vostre domande, saranno presenti gli psicoterapeuti e la nutrizionista.