Articolo a cura della Dott.ssa Francesca Gagliardi – Logopedista

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Le funzioni esecutive sono funzioni mentali fondamentali per affrontare in modo adeguato ogni momento della vita quotidiana. Sono necessarie per porre attenzione, pianificare, trattenere informazioni nella memoria, risolvere problemi, effettuare delle scelte, esercitare autocontrollo e adattare il proprio comportamento in base alle richieste dell’ambiente esterno.

Fino a qualche decennio fa si riteneva che tali funzioni maturassero in età più adulta e che, quindi, prima della tarda adolescenza, questi processi non potessero essere né studiati né valutati.

Oggi, invece, il ruolo cruciale delle funzioni esecutive viene riconosciuto già a partire dai primi anni di vita e soprattutto con l’ingresso nella scuola. Infatti è proprio con l’acquisizione delle competenze scolastiche che il peso delle funzioni esecutive aumenta notevolmente. Ad esempio, la memoria di lavoro sembra svolgere un ruolo importante nelle abilità di calcolo, già a partire dalle attività di conteggio, e va a condizionare l’apprendimento delle tabelline e la risoluzione dei problemi matematici. Pertanto i bambini con uno sviluppo tipico e quindi con funzioni esecutive più evolute, tendono a raggiungere dei livelli di apprendimento migliori.

Ma quando si parla di funzioni esecutive esattamente di cosa parliamo?

Le funzioni esecutive sono:

  • Attenzione: permette di selezionare, filtrare e organizzare le informazioni dell’ambiente al fine di produrre una risposta adeguata. Quando viene introdotto un nuovo argomento è necessario porre la massima attenzione per comprendere ciò che viene detto. Man mano che il procedimento appreso si automatizza, diminuisce il livello di concentrazione impiegato e la procedura diviene automatica e rapida. È importante, quindi, che il bambino sia attento durante le prime fasi di apprendimento, altrimenti difficilmente potrà automatizzare i processi di lettura, scrittura e calcolo.
  • Pianificazione: necessaria per programmare ed eseguire una sequenza di azioni finalizzata ad uno scopo. È un’abilità che serve a costruire una mappa mentale del percorso corretto, individuando in anticipo la soluzione del problema. La capacità di pianificare può considerarsi fondamentale per arrivare alla soluzione di semplici giochi di logica e strategia come, ad esempio, “Battaglia navale”, in cui il bambino deve programmare la propria mossa ma anche anticipare quella dell’avversario. Fondamentale il ruolo di questa funzione è anche nelle fasi successive dell’apprendimento. Ad esempio, in un bambino con un’importante difficoltà di lettura, pianificare e realizzare una mappa concettuale di un argomento scolastico, gli consente di rievocare e rielaborare il contenuto didattico più rapidamente, senza dover leggere di nuovo e per intero il testo sul quale deve prepararsi per un’interrogazione.
  • Memoria di lavoro: consente di trattenere una quantità ristretta di informazioni per un breve periodo di tempo. Il bambino, grazie alla capacità di memorizzare, è in grado in un secondo momento di recuperare le informazioni immagazzinate in precedenza. Ad esempio, nelle attività di sintesi e analisi (fusione e segmentazione) sillabica o fonemica, cioè dei singoli suoni, il bambino deve accedere alla memoria delle singole unità per poter ricostruire la parola target.
  • Flessibilità cognitiva: grazie all’abilità di “shiftare”, a partire dai 7 anni, i bambini sono in grado di adattarsi in modo rapido a una nuova situazione. Quando ciò non avviene, ovvero quando il bambino non riesce a modificare il comportamento in base al contesto, compie errori di perseverazione, cioè continua a rispondere in modo errato non considerando il feedback dell’ambiente esterno. Se quindi tale abilità è deficitaria, si possono avere difficoltà nell’analisi di un testo scritto o nella risoluzione di problemi aritmetici.
  • Inibizione: permette di controllare una risposta che può interferire con un comportamento finalizzato ad uno scopo. Senza un adeguato sviluppo di questa abilità, i nostri bambini non saranno in grado di inibire informazioni irrilevanti per il compito che stanno svolgendo oppure agiranno senza pensare.                             Ma come possiamo allenare questa competenza? Basta, ad esempio, utilizzare le carte Uno che noi tutti conosciamo. Scegliamo due colori (rosso e blu), mischiamo il mazzo e diciamo al nostro bambino che quando gli presentiamo,con velocità crescente,una carta di colore blu deve dire rosso, e quando la carta è rossa deve dire blu. In questo modo il bambino imparerà a controllare la tendenza a produrre una risposta dominante (ad esempio dire <<rosso>> quando vede una carta rossa) a favore di una risposta non dominante ( dire <<blu>> quando compare la carta rossa).

Le funzioni esecutive sono pertanto delle abilità indispensabili, perciò una loro dettagliata e accurata valutazione nella presa in carico di un bambino va sempre svolta e qualora fosse necessario va impostato un lavoro specifico che tenga in considerazione come obiettivo principale il potenziamento delle capacità adattive.

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